Guida Turistica, Guida Ambientale, Accompagnatore in Emilia Romagna

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ANNA BRINI

Provincia di Bologna

MARZABOTTO

(PARCO ARCHEOLOGICO KAINUA)

Marzabotto - che deriva il proprio nome dalla parola "MARZA BOT" che indica le botti in cui veniva fatta macerare la canapa coltivata diffusamente fino alla metà del 1900 nelle campagne e nell' Appennino bolognese - è adagiata nella vallata del fiume Reno a circa 25 Km a sud del capoluogo emiliano. Benché le sue origini siano nella antica città etrusca di Misa è nel 1700 che il borgo comincia ad assumere una fisionomia ben individuabile, ma è sul suo "frammentato" territorio collinare che troviamo alcune testimonianze di una vicenda storica più complessa e legata alla tradizione della montagna, come ad esempio la bella pieve romanica di Panico.
Naturalmente però la storia di Marzabotto parla innanzitutto attraverso i resti della necropoli etrusca situata nell'altopiano di Misa, alla sommità di un colle che domina dall'alto le immediate vicinanze dell' odierno città. Ora sede di un Museo nazionale archeologico, i resti di Misa raccontano al visitatore di un passato in cui la civiltà etrusca aveva insediato in questi territori la propria gente e cultura. Se quella della necropoli etrusca rappresenta la parte più antica della storia del territorio di Marzabotto, fatti ben più recenti legati alla seconda guerra mondiale hanno reso il nome di questa cittadina tristemente famoso e conosciuto in tutto il mondo.
Nell'autunno del 1944 il territorio di Marzabotto fu al centro di uno dei più gravi atti di rappresaglia perpetrati ai danni di civili che la storia ricordi: la strage nazifascista non risparmiò centiania di uomini e donne innocenti, di bambini e religiosi, vittime di un desiderio di morte lucidamente perseguito ed agito. Ad oltre 50 anni dalla strage la comunità di Marzabotto ha trovato uno spazio di memoria e ricordo il Parco Storico di Monte Sole, all'interno deli quele sono riuniti gli stessi luoghi in cui la follia nazifascista dispiegò il proprio metodo di sterminio.
L'itinerario si concentra sulle massime attrattive del luogo cioè la visita del Museo Etrusco "P. Aria" ed il parco archeologico dell'antica Kainua che sorge nei pressi. L'Acropoli, la Necropoli, e la struttura della città ci permettono di ricostruire la vita degli etruschi durante il V secolo a. C. vivendo personalmente una affascinante esperienza storica. Inoltre si possono effettuare dei trekking nell'Area del Parco Storico di Monte Sole dove si sono svolti i fatti della Seconda Guerra Mondiale.

DOZZA

Sulle prime pendici della collina bolognese (a circa 15 km. ad est del capoluogo), immerso in una Natura incontaminata, sorge Dozza, un tipico borgo, di antica struttura, fra i più pittoreschi dell'Emilia Romagna che con le sue viuzze ciottolate e la sua imponente fortezza rappresenta una meta turistica inconsueta. Il suo nome deriva dalla parola "doccia", "acqua", quasi un paradosso, per un borgo che da secoli ha fatto del vino di qualità una fonte di ricchezza ed una bandiera.
Abitata fin dall'Età del Bronzo è però nel 1200 che viene organizzata la struttura urbana che ancora oggi si può ammirare. Dozza è famosa non solo per la bellezza dei suoi edifici storici e per il vino di grande qualità ma anche per la biennale d'arte moderna "Il Muro Dipinto". Ogni due anni infatti si danno appuntamento artisti di fama internazionale che "decorano" con le loro opere le strade e le case del borgo.
Questa iniziativa ha reso Dozza "capitale dell'affresco moderno". Il Muro Dipinto rappresenta l'unico esempio in Italia di galleria all'aperto di arte contemporanea, con una collezione di più di 90 opere che si possono visitare tutto l'anno gratuitamente. Un piccolo gioiello valorizzato da grandi artisti come Matta, Sassu, Licata, Pozzati, Keizo, Tornquist, Mascellani.
L'itinerario permette di cogliere le peculiarità del luogo: il borgo medievale con i suoi murales, l'antica chiesa romanica di Santa Maria e soprattutto l'imponente fortezza duecentesca, ristrutturata da Caterina Sforza nel tardo 1400.
Il castello conserva tutto il fascino del passato: i saloni, le camere da letto, le cucine, la lavanderia e le spaventose prigioni con numerosi graffiti di prigionieri. Nelle cantine della fortezza si possono degustare e acquistare gli squisiti vini locali.

BENTIVOGLIO

La bella località di pianura era chiamata nel Medioevo “Ponte Poledrano”, luogo di passaggio di puledri sul ponte del Canale Navile, che attraversa scenograficamente il paese. Al canale e alla sua antica storia si collega l’itinerario ciclabile della “Ciclovia del Navile” tra Bologna e Ferrara. Bentivoglio è il nome della famiglia bolognese che qui nel XV secolo fece costruire la sua residenza di villeggiatura, il Castello, le cui mura custodiscono un’autentica perla dell’arte rinascimentale, le “Storie del pane”, straordinario ciclo di dieci affreschi di scuola ferrarese che ripercorre le diverse fasi della panificazione. Proteso sul Canale Navile è il Palazzo Rosso, sede della biblioteca, con le splendide decorazioni di Achille Casanova raffiguranti ambientazioni tipiche della locale zona palustre. Il Palazzo confina con una perla di archeologia industriale: il Mulino di Bentivoglio. Il primo impianto è trecentesco, ma il mulino visitabile oggi risale all’Ottocento. Il mulino è stato abbandonato nel 1970 e tutto è rimasto come era 130 anni fa. Con torcia elettrica e caschetto sulla testa lo si può avventurosamente esplorare. Infine, a pochi chilometri da Bentivoglio, nell'affascinante cornice di Villa Smeraldi, si trova il Museo della civiltà Contadina, vera perla di storia locale. Per gli amanti della natura da non perdere è l’Oasi La Rizza, con le sue cicogne bianche.

SAN LAZZARO

A pochissimi chilometri ad est di Bologna, S. Lazzaro fu abitato fin dal Paleolitico ma è nel Medioevo che si afferma soprattutto come Ospitale sul tracciato della romana Via Emilia, punto di passaggio obbligato dal sud verso il nord. Il nome deriva dalla presenza di un antico lazzaretto per lebbrosi che sorgeva nell'area oggi occupata dal Municipio. La storia e gli eventi bellici hanno trasformato il paese privandolo della suggestione di un tempo. Ma a pochi passi dall'abitato si viene abbagliati dall'interessantissimo Parco Naturale dei Gessi Bolognesi che ha conservato emergenze storiche, artistiche, architettoniche e naturalistiche di notevolissimo livello. E' proprio in questa area che si sviluppa una delle più grandi grotte in gesso del mondo, il Sistema Carsico Spipola-Acquafredda è una tappa obbligata per gli amanti dell'avventura e della Natura.
L'itinerario si apre con la visita al moderno Museo della Preistoria che propone al visitatore una concezione dell'apprendimento dell'Archeologia preistorica assolutamente innovativa e interattiva. Si prosegue poi con un trekking all'interno del Parco Naturale dei Gessi Bolognesi, con la visita dell'Abbazia di Santa Cecilia, la Palestrina, un'antica cava romana di selenite, la Cava a Filo ove sono stati rinvenuti alcuni degli importanti reperti del Museo, l'Oratorio di Madonna dei Boschi e il Borgo Castello.

MONTEVEGLIO

Sito sulle prime propaggini collinari dell'Appennino bolognese (a circa 20 km. ad ovest del capoluogo), a ridosso dell'antica Via dei Castelli, il borgo di Monteveglio costituisce uno dei più affascinanti complessi medievali della regione. Conteso tra romani e bizantini, tra bizantini e longobardi, tra Papato e Impero, tra bolognesi e modenesi, porta le tracce di queste dominazioni e di queste culture sui suoi muri millenari. "Terra di Mezzo" a cavallo fra le province di Bologna e di Modena, Monteveglio costituisce oggi, per le sue bellezze naturali (siamo all'interno del Parco Regionale dell'Abbazia) e per il suo interesse storico artistico una meta turistica immancabile ma lontana dal fragore della massa.
La pace e la serenità che naturalmente vengono ispirate dal luogo hanno convinto la Curia bolognese ad insediare nel monastero e nella chiesa di Santa Maria una comunità francescana che ha ridato vitalità al luogo. L'Abbazia è oggi un capolavoro di arte romanica ma affonda le sue radici nel V sec. d. C. come testimonia la suggestiva cripta. L'edificio come ci appare oggi è invece frutto della ricostruzione operata da Matilde di Canossa nel 1000, un capolavoro di austero splendore.
Come non rimanere incantati dalla quiete dei chiostri, dai paesaggi di irreale bellezza, dall'imponenza delle torri? Un'esperienza storica e in qualche modo mistica da non perdere.

MONTERENZIO

(PARCO ARCHEOLOGICO MONTE BIBELE)

Situato sulle colline a sud-est del capoluogo, Monterenzio copre una vasta area di Appennino fra la valle dell'Idice e quella del Sillaro. Del Castello di Monterenzio le cronache parlano fin dal 1298: devastato dalle truppe del Barbarossa e dalla guerra fra Bologna e Ferrara, se ne perdono le tracce alla metà del '300. Delle origini medioevali del centro restano però molte testimonianze. Fra Monterenzio Nuovo e Monterenzio Vecchio si trova la Torre del XIII secolo, pezzo forte del borgo di Scaruglio. Scendendo verso l'Idice si incontra poi un altro borgo, Villa di Cassano, con altri begli edifici del Trecento tra cui spiccano le due case-torre sul cui portale è visibile una stella a otto punte. Inoltre nell'area di Monte Bibele sono stati rinvenuti i resti di un villaggio etrusco-celtico le cui origini risalgono al IV secolo a.C. Gli scavi hanno portato alla luce cisterne, tombe, case, strade e molti oggetti d'uso quotidiano. Questi reperti sono oggi visibili nel nuovo Museo Archeologico di Monterenzio e documentano la storia del popolamento delle valli dell'Idice e dello Zena. L'esposizione, che conserva la più completa raccolta di materiali celtici in Italia, è arricchita dalla ricostruzione al vero di una casa del III sec. a. C., arredata con oggetti autentici o riproduzioni che consentono di illustrare molti aspetti della vita quotidiana del villaggio.
L'itinerario si apre con la visita del famoso Museo Archeologico locale, dedicato soprattutto alle invasioni celtiche. Si prosegue poi con la visita dello splendido Parco Archeologico di Monte Bibele ove sono stati rinvenuti i reperti esposti al museo. Il parco si sviluppa in una zona collinare selvaggia e affascinante, in mezzo a boschi popolati di daini e cervi.

IMOLA

La Rocca Sforzesca di origine duecentesca è indubbiamente l’edificio che risalta maggiormente nel panorama cittadino imolese. Il complesso, internamente visitabile, ospita una rara collezione di armi antiche ed un prestigioso allestimento di ceramiche medievali. Dai suggestivi camminamenti inoltre è possibile ammirare il territorio imolese a 360°, dalla pianura all’Appennino.
Tra gli innumerevoli palazzi nobiliari disseminati nel centro storico, molti dei quali accessibili al pubblico, spicca per gli splendidi arredi e il perfetto stato di conservazione il Palazzo Tozzoni. Particolarmente suggestive sono le cantine della dimora che ospitano una ricca collezione di grande interesse storico di strumenti e attrezzi della civiltà contadina locale.
Immerso nel verde dei suoi giardini, il Museo di San Domenico, situato nel chiostro dell’ex convento dei Santi Nicolò e Domenico, accanto all’omonima chiesa, ospita la Pinacoteca Civica e il Museo “Giuseppe Scarabelli”-Sezione Archeologica e Geologica. La quadreria della pinacoteca annovera dipinti importanti di varie epoche e scuole tra i quali spiccano opere di Innocenzo da Imola, Bartolomeo Cesi, Guttuso e De Pisis.
La Farmacia dell’Ospedale, un edificio inaugurato nel 1794 e rimasto in gran parte intatto nelle suppellettili e nelle decorazioni, restituisce al visitatore l’immagine affascinante di una farmacia settecentesca, arricchita nelle decorazioni dall’ampio soffitto a volta affrescato e dai 457 vasi d’epoca in maiolica esposti su mobili di legno intagliato. Alle pendici della collina sorge invece il tracciato che ha reso Imola celebre in tutto il mondo. Il Circuito Enzo e Dino Ferrari, costruito nei primi anni ’50, ancora oggi ospita eventi sportivi di rilevanza internazionale

SAN GIOVANNI PERSICETO

San Giovanni in Persiceto è un paese famoso non solo per la propria storia e per i propri monumenti, ma anche perché e sede di un celeberrimo carnevale. Il centro storico medievale della località, dall'originale impianto concentrico, custodisce molti edifici degni di nota: nella sola centralissima Piazza del Popolo si trovano la Collegiata di San Giovanni Battista, dove si ammirano i dipinti di Guercino, Albani, Gandolfi e Guardassoni. Sempre nella piazza si trovano il Palazzo Comunale, di origine quattrocentesca, e il Teatro Comunale, dall’intatto impianto settecentesco. Da non perdere è anche Piazzetta Betlemme, ribattezzata "La piazzetta degli inganni" per i coloratissimi dipinti trompe l'oeil, opera dello scenografo Gino Pellegrini. San Giovanni vanta anche una concentrazione di musei di vario interesse: il Museo del Cielo e della Terra con uno dei più importanti planetari italiani, il Museo Archeologico Ambientale e il Museo d’Arte sacra

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